Racconto di un detenuto

Comincio con il salutare chi leggerà questo mio capolavoro.

Mi chiamo xxxxx, ho 32 anni e sono sposato con una bambina di quasi 3 anni.

Vengo da una famiglia di lavoratori e contadini. Sono figlio unico, abito in campagna e sono stato abituato in un contesto agricolo dove si alleva bestiame “maiale, conigli, anatre, galline da uovo e polli oltre ad avere viti che produciamo per noi vino merlot e veronese, la rimanente terra viene coltivata a grano proprio per i nostri animali e un bel pezzo di orto.

Faccio parte di una famiglia molto fortunata, con principi vecchio stile lasciati in eredità dai nonni e bisnonni, si pensi che nel 2008 non abbiamo ancora il metano, i miei sono ancora abituati con la legna!

Mio padre “Luciano” è da quando aveva 16 anni che ha lavorato fino alla pensione, per una officina meccanica di camion e ancor oggi in pensione non si dà pace, riesce sempre a raccattare qualcosa da fare, lo capisco che non è facile stare fermo dopo aversi abituato al lavoro.

Mia madre è casalinga, è molto brava a far da mangiare anche perché mio padre di carattere pretende che faccia le cose fatte bene, si sono parlati sempre nell’essenziale, mia madre è molto influenzata da mio padre, quello che dice lui è legge. Hanno preso una vecchia mentalità dura e sana (esempio il maschio è il padrone di casa che decide tutto e la moglie anche se non acconsente deve acconsentire).

Io personalmente sono cresciuto così, poco dialogo e tanti sguardi riconducibili al si e al no di qualsiasi cosa.

Ho fatto le elementari e le medie sempre promosso. Nelle vacanze estive di seconda media avevo trovato il primo lavoro estivo, era una fabbrichetta a conduzione familiare dove costruivano bauli e borse da donna, i soldi mi ricordo sui 700-800 mila mio padre non li voleva, mi ha detto che avendoli guadagnati io, potevo investirli dove volevo, così ho cominciato a prendermi la roba firmata, spendevo anche 400mila lire di un capo di abbigliamento, mi ero comperato il mio primo motorino un “ciao” usato elaborato e così cominciavo ad andare in centro a conoscere la città, ero molto attirato dalla sala giochi, sapevo che era un posto di brutte frequentazioni ma avevo visto che

non c’era niente di pericoloso in quel posto, così proprio lì ho conosciuto dei ragazzi più grandi di me e molto più svegli, non mi ero accorto che a loro non interessava il lavoro e i soldi bene o male li recuperavano facendo le prepotenze ad altri più piccoli di loro, a questi interessava il mio denaro. Io anche se spendevo soldi per loro mi bastava di avere una compagnia, in poche parole erano i bulli del paese e a me piaceva stare con loro. Avevano sempre tante ragazzine attorno e così mi sentivo più importante anch’io.

Con l’andare del tempo siamo sempre stati in contatto fra di noi posso dire che le conclusioni sono due morti per overdose, due in carcere per ergastolo a soli 30 anni e uno in carcere per traffico internazionale.

Ritornando indietro con il tempo arriviamo alla terza media dove le vacanze sono state anche un obbligo ad iscrivermi ad una scuola professionale, mio padre faceva il meccanico e io con l’influenza di mia madre che continuava a dirmi “dagli un po’ di soddisfazione a tuo padre che ha fatto tanto per te!!!

Nel frattempo avevo trovato lavoro estivo come ferraiolo, praticamente facevamo le gabbie e i plinti per le costruzioni edili, lavoravo con tutti uomini di mezza età che sembravano dei culturisti, avevano le mani che sembravano delle pale meccaniche, si maneggiavano quintali di ferro al giorno e io non ce la facevo, alla sera mi capitava di andare a letto esausto senza mangiare, mi addormentavo sporco.

Così, finita la stagione, avendo immagazzinato una nuova esperienza lavorativa comincio la scuola, ma non mi piaceva quel lavoro, lo facevo malvolentieri, comunque prendo il diploma e faccio contento papà.

Vado così alla ricerca di lavoro e un amico di mio padre aveva bisogno, così entro nel mondo dell’edilizia in specifico cartongesso.

Ho preso subito dimestichezza nel mio lavoro e man mano cresceva la passione, facevo Coin e Oviesse oltre a Upim e Geox e Stefanel e Benetton in giro per l’Italia facevo una media di 10-12 ore al giorno compreso il sabato e la domenica ogni 15 giorni si staccava per 3 giorni il tempo di lavare la roba e ripartire. Le ho sempre dichiarate missioni e noi eravamo la squadra d’assalto . In un mese riuscivamo a finire uno stabile di 3 piani con una media di 1100 metri quadri per piano in 5-7 persone.

Mi giravano molti soldi e non riuscivo però ad avere una fidanzatina essendo diventato un vero e proprio nomade senza meta.

La maggior parte di quella gente faceva quel tipo di vita per scappare chi dalla droga, chi dall’alcol, chi da altro, mi rendevo conto che chi aveva famiglia dopo un po’ si licenziava.

Ed è così che ho conosciuto i primi tiri di cocaina e l’alcol, quest’ultimo talvolta era un aiuto per il lavoro, dato che con molte ore di lavoro accumulavi molto stress e stanchezza, l’alcol riusciva a darti lo sprint che ti mancava in quei momenti, dove dovevi essere veloce nel lavoro, non ti accorgi però che dopo con il tempo ne fai sempre più uso, arrivi al punto che se non bevi non produci. Questo discorso dell’alcol poi è riportato anche nella nostra cultura contadina veneta quindi secondo la mente è una cosa naturale bere! Così diventa un circolo vizioso, si arriva al punto che ogni scusa è buona per bere.

Per tanti che facevano questa vita, mi accorgevo che portavano a casa molto poco in denaro.

Scusatemi della polemica, ma serve.

Dopo 2 anni con questa ditta sono andato via a militare iscrivendomi ai paracadutisti, mi sono congedato caporale istruttore “ che mona”! potevo firmare come tenente e facevo la vita da nababbo. Quando sono ritornato sono riuscito a trovare da lavorare subito dato che sapevo già il mestiere. Cominciando a lavorare per una persona che all’epoca mi offriva 20 mila lire l’ora, questo sapeva molto bene che io avevo la predisposizione come operaio a metro e non a ora, così ho cominciato con dei cantieri ”da guerra” dove la politica era prima finisci più mancia prendi! E non era facile dato che mi affidava delle squadre di romeni che talvolta c’era solo uno o due interpreti.

Io da solo dovevo avere la responsabilità di trovare albergo, trovare ristorante, a pochi soldi, ordine materiale, tracciatura cantiere, predisposizione  operai nel senso che il romeno è furbo nel lavoro, se c’è una mela marcia insieme alle altre si marciscono anche quelle, talvolta dovevo essere una chioccia, tutto questo credetemi che non è affatto facile; oltre tutto dovevo anche produrre.

Così trovo di meglio ed entro in pochi giorni con un’altra ditta la quale era anche nell’edilizia, questo datore aveva tutti polacchi, solo che gli mancava il capocantiere, ed eccomi qua, come prima esperienza a Favaro dove si stanno costruendo una serie di condomini per la ditta xxx 

Tutto questo mi è servito per lanciarmi da solo trovando il coraggio di comperare le quote di un’immobiliare xxx come amministratore unico e cominciare a costruire, il mio primo lavoro sono state 4 villette a schiera a xxxxx, portandole a termine in grezzo avanzato, nel frattempo però per arginare le spese avevo aperto altri 3 cantieri a Venezia una vetreria, un negozio di lampadari a Silea e l’altro in subappalto, non riuscendo più ad avere la completa gestione dei cantieri e cominciando così una lunga agonia, nel senso che mi mancava la manodopera valida, ritrovandomi solo con manovali non capaci di portare a termine i lavori, ho constatato di persona per molte volte che la maggior parte degli extracomunitari dicono sempre “si”, se ti lascio là in cantiere da solo con i tuoi amici, sei capace di andare avanti  “risposta” non te preoccupi. E’ proprio vero  che i proverbi hanno ragione: fidarsi è bene non fidarsi è meglio.!!

Così per mea culpa è arrivata la prima contestazione di 108.000 euro e dato che gli operai erano in nero ho dovuto stare zitto!

Così sono cominciati i primi protesti con assegni fatti in garanzia al materiale “datati” e chiedendo alla banca un aiuto mi hanno risposto logicamente che ero protestato. Così abbassandomi ad un aiuto di mio padre la risposta è stata di arrangiarmi che dovevo sapere a quello che andavo incontro “grazie mille papà!!” 

Così la mia testa è ritornata ad abbassarmi alla società, buttando via tutti quegli anni di sacrificio e di stima che mi ero creato nei confronti degli altri, ricadendo nel traffico di droga, pensavo che vendendone un po’ potevo riuscire a fare la cancellazione dei protesti e rientrare con le banche. Pensavo: con tutti gli anni che ho lavorato le forze dell’ordine si sono dimenticati di me, vedrai che vendendo solo qualche chilo non se ne accorge nessuno. “Che immaturo”, e pensare che con una moglie e una bambina meravigliosa sono riuscito a rovinare tutto, sembra quasi che sia nato per soffrire, nel senso che mi piace l’autolesionismo.

In questa detenzione quello che mi fa soffrire di più di tutto è di aver abbandonato mia moglie e mia figlia.

Mia moglie si chiama “xxxx nella sua lingua,l’ho conosciuta circa 3 anni fa in un “lap dance”, me ne sono interessato subito dato che lei non aveva niente a che fare con le altre avvenenti ballerine. E’ alta 1 metro e 63 e di costituzione un po’ grossa, me ne sono innamorato subito della sua ingenuità, era stata costretta a quel lavoro, così il secondo giorno sono riuscito a parlare con il suo capo di poche parole, mi ha detto 5000 euro ti do il passaporto. Così me la sono fatta consegnare ovviamente pagando quella somma. A fine serata gliel’ho dato dicendole che era libera o se voleva venire a casa con me, lei piangendo mi abbraccia e mi dice di sì, così prendo le poche cose che aveva e chiamo un taxi. Mi stavo preparando già alle parole che prendevo dai miei genitori vedendomi arrivare con una sconosciuta, mi ricordo che mi ha aperto mia madre e mi ha detto “guarda di portarmi a casa un’altra puttana” così mi faccio coraggio e parlo con tutti e due dicendogli che portino pazienza e che troverò subito un appartamento.

I primi due giorni io logicamente lavoravo lei poverina era sempre in camera, dopo di che i miei avevano capito che era una brava ragazza, così la portavano in giro con loro.

Dopo un mese ho trovato un mini appartamento così siamo andati da soli ed abbiamo cominciato la nostra vita, stavo bene con lei, non mi interessava più niente, mi bastava lei.

Mi ricordo che mangiavamo sempre o usufruendo della rosticceria o di mia madre che puntualmente tutti i giorni era lì o di roba surgelata.

Amore! Ti faccio la pasta al pomodoro, alla sera mi sono accorto che era ketchup con la pasta in brodo. “Mamma mia!”

Logicamente facevamo l’amore senza protezione e così un bel giorno mi dice che è rimasta incinta, lei “voglio abortire” io “no! Lo teniamo”.E così l’ho sposata per metterla in regola. Quando ci siamo sposati la bambina aveva solo 2 mesi, ho fatto fare da compari a mio padre e mia madre e così ho comprato casa riuscendo a pagarla tutta. Mia moglie ha anche la patente e la sua macchinina oltre a un piccolo conto corrente per le urgenze. Tutto sommato mi ritengo un buon padre e un buon marito, non gli ho fatto mai mancare niente e non ho mai alzato un dito, se dovesse succedere non me lo perdonerei mai per tutta la vita.

In questa carcerazione 3 anni e 6 mesi, già scontato un anno e 6 non mi hanno riscontrato problemi di tossicodipendenza né di alcolismo, l’unica mia fretta è che essendo già nei termini per la semilibertà devo uscire il più presto possibile, la motivazione è che mia moglie non vuole più stare da sola, ha solo 22 anni e sto perdendo un po’ il rapporto con mia figlia. Talvolta non mi riconosce al colloquio facendomi avere dei grossi rimorsi. La famiglia è la base di tutto e una bambina di 3 anni ha bisogno della figura paterna come io del resto ho bisogno di loro. Logicamente prima esco e prima posso recuperare in parte il tempo perso da persona stupida e incosciente che ero diventato.